In Italia, il sistema previdenziale offre l’opportunità di accedere a due importanti forme di sostegno economico.
Questi benefici, sebbene possano essere cumulabili, sono soggetti a regole specifiche e limitazioni che è fondamentale conoscere per sfruttare appieno quanto previsto dalla legge.
Di seguito, esploreremo le caratteristiche principali di questi due aiuti e le condizioni necessarie per accedervi.
Pensione di reversibilità e assegno sociale
La pensione di reversibilità è un trattamento riconosciuto dall’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) ai familiari superstiti di un pensionato o di un assicurato deceduto. Questo sostegno è cruciale in un contesto in cui la perdita di un congiunto può generare gravi difficoltà economiche.
- Il coniuge superstite ha diritto al 60% della pensione goduta in vita dal titolare.
- Un figlio unico superstite (minore, studente o inabile) può ricevere il 70%.
- In assenza del coniuge, se ci sono due figli superstiti, questi hanno diritto all’80% della pensione del genitore deceduto.
- Se ci sono tre o più figli, spetta loro il 100%.
Recentemente, la Corte Costituzionale ha esteso il novero dei beneficiari, includendo anche i nipoti maggiorenni orfani e riconosciuti inabili al lavoro, che vivono a carico del pensionato defunto. Queste modifiche mirano a garantire una maggiore equità e supporto ai familiari in difficoltà.
L’assegno sociale è una forma di sostegno economico per coloro che si trovano in situazioni di disagio e hanno un reddito inferiore a specifiche soglie. Per accedere a questo beneficio, è necessario soddisfare i seguenti requisiti:
- Avere almeno 67 anni.
- Presentare un reddito annuale non superiore a 6.947,33 euro nel 2024.
L’importo mensile dell’assegno sociale è attualmente di 534,41 euro. È importante notare che l’assegno sociale è un intervento assistenziale, quindi la concessione è legata alla situazione economica del richiedente. Se un vedovo percepisce una pensione di reversibilità, questa viene considerata parte del reddito complessivo e potrebbe influire sulla possibilità di ricevere l’assegno sociale.
Cumulabilità dei benefici: cosa sapere
La possibilità di cumulare pensione di reversibilità e assegno sociale è un aspetto cruciale per molti vedovi. In generale, è possibile ricevere entrambi i benefici, ma ci sono limitazioni da tenere in considerazione. Infatti, la pensione di reversibilità è considerata un reddito e potrebbe far superare i limiti previsti per l’assegno sociale.
Per esempio, un vedovo con una pensione di reversibilità di 300 euro al mese e senza altri redditi può richiedere l’assegno sociale. In questo caso, beneficerà di un’integrazione di 234,41 euro mensili, arrivando a un totale di 534,41 euro. Tuttavia, se la pensione di reversibilità supera il limite di reddito stabilito, l’accesso all’assegno sociale diventa complicato. È sempre consigliabile consultare un esperto o un patronato per valutare la propria situazione economica e capire come procedere per ottenere i benefici a cui si ha diritto.