Edoardo Franco rappresenta un esempio di come il mondo dei talent show possa essere tanto affascinante quanto insidioso.
Edoardo Franco, vincitore della dodicesima edizione di Masterchef Italia, ha recentemente condiviso la sua esperienza post-reality con Fanpage, rivelando che, nonostante il successo ottenuto, non ha mai lavorato in una cucina professionale.
Franco, che ha saputo conquistare il pubblico con il suo stile e il suo umorismo, si è trovato a riflettere su cosa significhi veramente vincere un talent show, affrontando le sfide e le aspettative che ne derivano.
La carriera di Edoardo Franco e le sue ambizioni
Franco non ha mai avuto l’ambizione di diventare uno chef professionista, come lui stesso ha affermato: “Non ho mai avuto l’obiettivo di fare lo chef e non mi ha aiutato a diventarlo. Volevo solo partecipare a un gioco, provare a vincere una sfida.” Questo approccio ludico ha sicuramente influito sul suo percorso, portandolo a dedicarsi più al mondo degli eventi e dei social media piuttosto che alla ristorazione tradizionale. “Il mondo sta cambiando molto e il mercato del lavoro si è trasformato,” spiega, evidenziando come il digital content creating e gli show cooking siano diventati le nuove frontiere per chi desidera lavorare nel settore gastronomico.
La sua affermazione potrebbe sembrare in contrasto con il sogno di molti concorrenti di Masterchef, i quali spesso vedono nel programma un trampolino di lancio per una carriera da chef. Franco è chiaro: “Nessuno dovrebbe avere la presunzione di ricevere una chiamata solo perché ha fatto Masterchef.” Questo punto di vista mette in luce un aspetto cruciale della cultura dei talent show: la fama temporanea. Ogni anno, nuovi concorrenti emergono sotto i riflettori, e la popolarità è effimera. “I talent creano delle meteore,” afferma, sottolineando la necessità di investire nella propria formazione e competenza.
Una delle critiche frequenti che Edoardo ha dovuto affrontare è quella di essere stato più un personaggio che un cuoco. “Ho sempre investito sulle mie abilità e mi sono messo alla prova con alimenti che non avevo mai trattato,” risponde, rivendicando il suo talento culinario. Nonostante ciò, ha ammesso di sentirsi sottovalutato da alcuni, che vedevano in lui più una figura comica che non un vero cuoco. “Ma per fortuna, sono sempre stato consapevole delle mie capacità in cucina,” aggiunge.
La sua esperienza a Masterchef non è stata solo una questione di cucina, ma anche di personalità e dinamiche interpersonali. “I giudici mantengono un’impostazione televisiva, ma li ho trovati estremamente umani,” dice parlando del suo rapporto con loro. Ha notato un cambiamento nei concorrenti attuali, definendoli “esigenti e permalosi.” Secondo Edoardo, molti concorrenti non sono preparati a ricevere critiche, un aspetto fondamentale nel mondo della ristorazione, dove le osservazioni dei colleghi e dei clienti sono all’ordine del giorno. “Devi saperle incassare, senza farti buttare giù,” sottolinea.
Dopo la vittoria, la carriera di Edoardo ha preso una direzione inaspettata. Ha iniziato a lavorare come food content creator, ma ora si trova a un punto morto professionale. “La mia onda mediatica è in fase calante,” ammette. Per affrontare questa situazione, ha deciso di investire nel proprio futuro, iscrivendosi all’Alma, l’Accademia di Gualtiero Marchesi, dove a marzo inizierà un corso di studi. “Quella sarà la mia prima vera esperienza in un ristorante,” afferma, cercando di ricostruire il suo legame con la cucina.
La questione della visibilità è centrale nella vita di chi partecipa a questi talent. Molti vincitori di Masterchef tendono a scomparire dalla scena gastronomica dopo pochi anni. “Mi sono detto: ‘Mi prendo qualche mese per andare a studiare, per capire se effettivamente può essere quella la mia vita,’” dice, rivelando una consapevolezza matura e realistica del mondo dello spettacolo. La sua scelta di non investire i centomila euro vinti in un ristorante è motivata dalla mancanza di esperienza: “Non è una cosa a cui penso, finché non avrò l’esperienza per farlo.”