L’anemia mediterranea, nota anche come malattia falciforme, è una condizione pervasiva che colpisce la salute cerebrale dei pazienti di giovane età. Di recente, un’importante ricerca condotta dai medici e ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis ha portato alla luce nuove evidenze relative all’impatto di questa malattia cronica sulle funzioni cognitive, suggerendo che i giovani affetti da anemia mediterranea mostrano segni di invecchiamento cerebrale prematuro. I risultati dello studio, pubblicati su JAMA Network Open, contribuiscono a un dibattito più ampio sulle conseguenze della malattia e della povertà sullo sviluppo cerebrale.
Il team di ricerca ha coinvolto oltre 200 giovani adulti affetti da malattia falciforme e individui sani. Ogni partecipante ha subito una risonanza magnetica cerebrale, abbinata a test cognitivi per misurare le loro capacità mentali. Utilizzando una metodologia sviluppata su un campione di oltre 14.000 persone sane di età nota, i ricercatori hanno stimato l’età cerebrale di ciascun soggetto, confrontandola poi con l’età anagrafica. I risultati hanno rivelato che i giovani con anemia mediterranea avevano un cervello che appariva mediamente 14 anni più vecchio rispetto ai loro coetanei senza questa malattia.
Questo invecchiamento cerebrale prematuro è stato associato a punteggi inferiori nei test cognitivi, evidenziando un legame tra salute cerebrale e disabilità.
Oltre a esaminare l’effetto diretto della malattia falciforme, lo studio ha messo in evidenza l’impatto dello status socioeconomico sull’età cerebrale. I ricercatori hanno scoperto che, in generale, le persone provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati mostrano un invecchiamento cerebrale più marcato. In media, è stato osservato un divario di sette anni tra l’età cerebrale e quella anagrafica nei partecipanti sani che vivono in condizioni di povertà. Questo suggerisce che la privazione economica, come le avversità legate alla malattia, può influenzare negativamente lo sviluppo neurologico.
L’anemia mediterranea è una malattia congenita che compromette l’apporto di ossigeno al cervello in via di sviluppo, fin dalla nascita. Nell’infanzia, questo deficit ossigeno può ostacolare la crescita e lo sviluppo cerebrale, portando a conseguenze significative nel rendimento scolastico e nelle abilità cognitive. Inoltre, bambini che vivono in situazioni di povertà a lungo termine affrontano sfide ulteriori, contribuendo a una spirale di disabilità cognitiva.
Non solo la presenza di malattie croniche come l’anemia mediterranea può influenzare il rendimento accademico, ma anche l’ambiente socioeconomico in cui vivono i bambini ha un ruolo determinante nello sviluppo della loro capacità mentale.
Il team di ricerca prevede di ripetere i test cognitivi e le scansioni cerebrali degli stessi partecipanti tre anni dopo la prima analisi, al fine di determinare se l’aspetto invecchiato dei cervelli osservato all’inizio sia una conseguenza di un vero e proprio invecchiamento prematuro o se sia il risultato di uno sviluppo cerebrale interrotto durante l’infanzia. I risultati attesi da queste indagini potrebbero fornire una comprensione più accurata delle relazioni tra malattie croniche, fattori economici e salute mentale nei giovani adulti.
L’importanza di questi studi è fondamentale per elaborare strategie che possano aiutare bambini e giovani adulti a ricevere un sostegno adattato alle loro esigenze, oltre a sensibilizzare sulla necessità di affrontare le disuguaglianze sociali e sanitarie che incidono sullo sviluppo cerebrale.